Prime Esperienze
Per colpa dei collant.
di carmentv63
17.05.2018 |
1.870 |
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"Ho giocato un poco con la sua passerina e lei si è sdraiata allargando le gambe..."
Riprendo da dove avevo lasciato.Passarono i giorni e tutto era normale. Certo io dentro ancora ero stravolto dalle sensazioni, dalle emozioni. Sentimenti contrastanti.
Tutto procedeva di nuovo normalmente. Lo sport, le uscire con gli amici, le ragazze e… grande novità avevo perso la verginità.
Vero è che non fu assolutamente come avrei immaginato. Sono assolutamente convinto che nel sesso se non c’è anche il sentimento come in altre cose si riduca tutto ad un gesto meccanico. Del resto le ragazze che conoscevo erano di un pudico… nella cerchia c’era invece una ragazza, non bellissima, bionda, un bel seno ma con un gran sedere e delle gambe troppo grosse rispetto al corpo. Sapevo però che aveva già avuto esperienze e così, un pomeriggio, approfittando dell’assenza dei miei ho avuto la mia iniziazione.
E’ stato comunque bello. Ci siamo spogliati, baciati. Ho giocato un poco con la sua passerina e lei si è sdraiata allargando le gambe. Sono stato un poco imbranato e se non mi avesse accompagnato dentro lei chissà cosa avrei combinato. Sono, come si dice, partito in quarta e se non mi avesse detto di fare più piano. Va beh, scusate ma non si nasce imparati e quindi… Tra l’altro ritardato com’ero lo abbiamo fatto anche senza protezione. Fortuna che un attimo prima di venire sono uscito venendole sul pancino. Per ringraziarla ho cominciato a baciarla dappertutto sul seno, fra le cosce e l’ho sditalinata ancora a lungo. Come prima volta non il massimo ma comunque bella e, ripeto, essendo la prima volta è e resta indimenticabile.
Scusate l’ampia premessa ma la ritenevo necessaria per far capire il delicato momento che vivevo. Quell’adolescenza così leggera e per certi versi così difficile e complicata da vivere.
Mancava poco alla fine del 2° quadrimestre e i compiti in classe e le interrogazioni si susseguivano. In considerazione della mia, allora, scarsa voglia e stanchezza ripresi a studiare insieme al mio compagno. Tutto era tornato normale. I libri, i compiti, il solito cazzeggio. Quel delicato argomento non era stato neanche sfiorato. Avevamo entrambi la ragazzetta, si pomiciava, si usciva qualche volta insieme… Fino ad un pomeriggio.
Provavamo a studiare e dovevo andare in bagno. Entrato, nel fare i bisogni, vidi poggiati sul termosifone dei collant. Un paio grigi ed uno color carne, quasi marroni. Non so ancora il perché o forse lo sapevo benissimo… la tentazione mi travolse. Pensai che in quei pochi attimi, nell’intimità di quel bagno… nessuno avrebbe saputo. Presi i collant grigi in mano. Ricordo come fosse adesso di come erano lisci, avevano il tallone e il salvaslip. Infilai la mano all’interno, come un guanto. Era eccitantissimo. Iniziai un lento su e giù, pensavo alla donna che li indossava. Non era eccitazione per la madre del mio amico… era il pensiero che una donna li aveva indossati, la sensazione provata…
Durò tutto pochissimo e stetti ben attento a non sporcare nulla. Li riposi con attenzione così come li avevo trovati. Il pomeriggio proseguì come sempre anche se il pensiero di quei collant mi accompagnò a casa e anche nei miei sogni.
Qualche giorno dopo fui invitato a pranzo a casa del mio amico. Usciti da scuola siamo andati a casa ed abbiamo pranzato insieme ai genitori. Il padre finito di mangiare doveva uscire per il suo lavoro e noi siamo andati in camera a ripassare. La madre dopo aver rassettato la cucina ci ha detto che scendeva sotto casa dalla parrucchiera per aggiustarsi visto che il giorno seguente avevano una cerimonia.
Siamo stati lì una mezzoretta a ripassare e appena finito ho proposto di scendere per fare 4 tiri nel campetto. Lui ha detto subito di si e abbiamo cominciato a riporre i libri negli zaini. Mentre sistemavo le mie cose mi ha dato una busta di carta di quelle che contengono il pane. Non capivo. Mi ha detto di aprirla e… Sono rimasto basito. Dentro c’erano i collant grigi ed altre calze. Mi ha subito detto che mi aveva visto.
La mia saliva era azzerata, sudavo freddo, non sapevo assolutamente cosa pensare.
Lui ha continuato a parlare dicendo che le aveva trovate nel secchio perché la madre stava per gettarle visto che erano smagliate e che, comunque, anche lui alcune volte si era masturbato come avevo fatto io.
Volevo morire, non sapevo cosa dire, non avevo nessuna scusa da opporre.
Mi sono alzato e le gambe mi tremavano, avrei voluto fuggire, non essere lì. Mi ha solo detto: “facciamo pari”. Ha preso la mia cinta e l’ha sganciata. Ha sbottonato i jeans ed ha abbassato la lampo. Ha fatto scendere i pantaloni in basso. Mi ha guardato senza parlare… ed io non sarei mai riuscito a proferire nulla.
Mi ha abbassato gli slip, senza pudore. Ha presso dal sacchetto i collant grigi e arrotolati un poco li ha infilati come una calza sul mio membro. Ha iniziato a masturbarmi. Prima su e giù poi segandomi. Non volevo, non avrei voluto ma… ero lì, imbambolato. E’ durato pochissimo, sono venuto quasi subito nel nylon mentre lui con la mano me lo stringeva a pugno.
“Ora siamo pari”… “amici?”. Non sapevo cosa rispondere. “Amici, siamo amici” credo solo di aver balbettato.
Mi sono ricomposto mentre lui si lavava. E’ tornato in camera come se nulla fosse accaduto ed ha preso la sacca per andare a giocare. “Beh, andiamo?” mi fa. Ho preso le mie cose e lui messi i collant nel sacchetto mi ha detto che potevo prenderli. Me li ha infilati nello zaino ed ha preso tutto per uscire.
Sono corso appresso a lui come un automa. Non capivo come potesse cambiare in pochi minuti. Siamo scesi ed abbiamo giocato a tennis come nulla fosse successo.
Avviatomi verso casa ero tentato di gettare il sacchetto in un cestino. Ogni volta che ne vedevo uno provavo il desiderio di liberarmene… Ma dentro ero combattuto. C’era qualcosa di misterioso ed eccitante… e lo avevo così vicino. Arrivato a casa, prima di farmi la doccia, nascosi il sacchetto nella mia camera. La notte mi addormentai pensando a quello che c’era dietro la libreria.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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